mercoledì 25 aprile 2012

La gólpe e il lupo (da Che vòi sapé' te Pichirillino)



C’era una volta una gólpe[1] e un lupo che insieme se ne andavano a zonzo[2] per la campagna per cercare qualcosa da mettere sotto i denti.
Erano culo e camicia[3].
Dopo aver molto girato senza aver trovato niente la gólpe disse al lupo: - Lupino, sento avveligiόne[4], vieni con me a mangià’ qualcosa?
Il lupo acconsentì dato che “la fame caccia il lupo dal bosco”.
E siccome “allo schiamazzo del gallo si desta la volpe”  si diressero tutti e due verso un pollaio anche se “il lupo sogna le pecore e la volpe le galline”.
Trovarono una fessura nella rete e vi ci si imbucarono[5] tra gli schiamazzi delle povere galline impaurite.
Iniziarono a mangiare i pennuti coll’imbúto[6] e mangia, mangia, mangia, le pance gli divennero grosse come due palloni.
La scaltra gólpe però ogni tanto provava a passare dal buco della recinzione per vedere se sarebbe potuta poi uscire.
Il lupo invece  di questo non si preoccupava e poco dopo, tutto spaparacchiato, s’addormentò dentro al pollaio.
Tra ’l lusco e ’l brusco[7] sopraggiunse urlando  la massàia[8] con un ranzagnòlo[9] in mano.
La gólpe poté uscire dalla fessura e scappare via rapida come il vento, mentre il lupo nel fuggire si incastrò perché il suo corpo non passava.
La massàia lo agguantò e gli affibbiò  un sacco di botte e a pedatoni lo cacciò via mezzo morto.
All’imbrunire il lupo, tutto ’ntronàto[10] dai colpi presi, se ne andava in giro a trampellόni[11] pieno di mòre[12], mentre la gólpe si era messa a ghiàce[13] dietro ad un pagliaio e s’era abbiòccata[14].
Quando la gólpe sentì arrivare il lupo gli sembrò un catòrcio[15].
Svelta fermò subito una contadina che passava a pipa di cocco[16]  tornando dal mercato da vendere la ricotta. - Buona donna mi dareste un po’ della vostra ricotta che vi è rimasta? – chiese la gólpe.
La donna mossa a compassione gliela dette e la furbona velocemente se la spalmò in testa.
Al sopraggiungere del lupo la gólpe gli fece la barba e ’l contropelo[17], facendogli credere che a lei la massàia con il ranzagnòlo aveva sbucciato il cervello. Disperata fingeva di soffrire.
- Ahi! Ahi! –  rispondeva il lupo. - Ho le ossa tutte rotte!
- Codeste sono cazzabúbbole![18] - disse la gólpe toccandosi la testa. – Guarda me che ho le cervella tutte di fuori! 
Il lupo intanto, sentendo i suoi di mali, si lagnava e lei  bugiarda gli faceva eco: - “Pietro male e Paolo peggio”[19]!
Si incamminarono insieme verso il bosco.
La strada però era in salita e, ad un certo punto, la gólpe stanca di camminare chiese al lupo: - Lupino, sono così strόnca[20], mi monteresti a saccacéci[21]?
Il lupo anche se lamentandosi acconsentì e mentre si dirigevano verso il fitticchiúme[22] la gólpe canticchiava facendo la coglionella[23]:

Saliremo piano piano
che lo strόnco porta il sano!


[1] Volpe.
[2] Girando.
[3] Molto amiche.
[4] Fame.
[5] Introdussero.
[6] Mangiare in gran fretta senza neanche masticare.
[7] Al crepuscolo.
[8] Donna di casa della famiglia contadina, dopo il capòccia veniva lei per importanza nell’economia della casa.
[9] Matterello.
[10] Intontito.
[11] Sbandando.
[12] Ammaccature.
[13] Stesa a terra.
[14] Avere un attacco di spossatezza.
[15] Mal ridotto.
[16] Alla perfezione.
[17] Ingannare furbescamente.
[18] Stupidaggini.
[19] Uno peggio dell’altro.
[20] Distrutta.
[21] A cavalcioni.
[22] Macchia di vegetazione.
[23] Prendendo in giro.

Nessun commento:

Posta un commento